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La conoscenza condivisa e Zootropolis

8 Novembre 2020 | letture

Ho riguardato “Zootropolis”. Si tratta di un cartone animato, in cui i buoni vincono sui cattivi, ma chi sono davvero i “cattivi”?
Mi è tornata in mente una delle mie letture da comodino di questo momento: “La classe come comunità di apprendimento” di Stefano Cacciamani e Lorella Giannandrea. Anche la protagonista del cartone, la coniglietta Judy, frequenta una classe ma, con il troppo frequente “effetto Pigmalione”, il Capitano Bogo dubita che un agente di dimensioni così ridotte possa fare bene il suo lavoro.
Se questa, invece che di elefanti e rinoceronti, fosse composta di alunni veri, Judy cosa sarebbe? Un’alunna con bisogni educativi speciali? In quanto coniglietta, è piccola ma molto agile, non è tanto forte, ma ha una mente acuta. Soprattutto, si pone un obiettivo e lo raggiunge nei tempi che ha previsti.

E poi è gentile, rispettosa: come in tante fiabe popolari, la sua capacità di creare simpatia in ogni relazione, anche negli incontri improvvisati, le tornerà utile al momento giusto, fino a salvarle la vita più volte. Anzi, fino a permetterle di risolvere un caso quanto mai complesso e ricco di colpi di scena.
La coniglietta Judy è in seria difficoltà: non ha accesso a nessuna strumentazione della Polizia, non ha nessun canale di informazione privilegiato. Però scrive con una penna-carota speciale, che le permette di contrattare con un “nemico” come la volpe Nick.

Stana Katic (Kate Beckett) e Nathan Fillion (Richard Castle)

Stana Katic (Kate Beckett) e Nathan Fillion (Richard Castle)

Certo, se avesse avuto una grande lavagna, come si vede in polizieschi americani come “Castle”, sarebbe stato più facile. Tutti i dati sarebbero lì, in ordine, evidenti, ci si potrebbe porre di fronte, con un caffè in mano e i compagni di lavoro accanto, e tutto un po’ per volta avrebbe senso. I due protagonisti di “Castle”, lui Nathan Fillion e lei Stana Katic sono davvero affascinanti, ironici, a tratti geniali.
La morale è che un compagno d’avventura ci vuole sempre, anzi se si è in quattro è ancora meglio.

Come nei lavori di gruppo: quattro è il numero ideale, ma ci si può confrontare anche con gli altri, discutere e trovare soluzioni. Creare conoscenze insieme. Cacciamani e Giannandrea lo dicono bene: partecipazione, coordinazione, collaborazione rendono la discussione un luogo in cui si crea conoscenza.  E quello che si impara costruendo insieme ricade su ciascuno dei partecipanti, non rimane nell’aria o tra le pagine di un libro.

Bibliografia

  • Cacciamani S., Giannandrea L. (2004), La classe come comunità di apprendimento, Carocci editore, collana “Bussole”, Roma.

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