Nella mia classe, l’anno scorso, hanno scoperto il “lettering”, cioè l’arte di curare la scrittura. Non posso parlare di calligrafia, perché non è ancora compiuto il percorso che, in tre anni di scuola secondaria di primo grado, ha condotto a temi quasi del tutto leggibili. La capacità di tenere penna e matita in mano sembra, oggi, una conquista, non tanto per il prevalere dell’uso della tastiera del computer o quella touch del telefonino, ma perché manca proprio l’abitudine a farlo.
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La saggezza di Gabo
Ci sono quei libri che ti chiamano. Passi tra i tavoli, le bancarelle, gli scaffali, e ti chiamano. Allora ti fermi con l’aria un po’ supponente, prendi il libro e lo rigiri, cercando un buon motivo per tornare a cercare qualcosa di più intrigante. La copertina, non va… Nella quarta c’è solo una citazione… Però il titolo è di quelli che ti catturano. Devi aver quel libro, metterlo sul comodino, leggerlo in un momento speciale, gustando fino all’ultima emozione.